PRESENTAZIONE STORICA

Il Pontificio Collegio Pio Brasiliano, eretto tra il 1929 e il 1933, fu inaugurato il 3 aprile del 1934 ed iniziò a funzionare in condizioni compatibili con le esigenze proprie dell'epoca. L'attenzione era tutta rivolta alla formazione dei seminaristi brasiliani a Roma. Questi frequentavano i corsi della Pontificia Università Gregoriana al mattino, e, nel pomeriggio, una parte del tempo era dedicata alla formazione spirituale e l'altra orientata ai cosiddetti corsi di ripetizione o rinforzo, seguiti nel Collegio stesso, sotto la supervisione di un professore chiamato Repetidor. Questo professore, servendosi dei manuali preparati dalla Università stessa, studiava con i seminaristi i contenuti dei corsi che venivano seguiti al mattino, cosicché quasi non c'era motivo di organizzare una biblioteca aggiornata nella struttura dove i giovani risiedevano.




Oltre a ciò, l'intera infrastruttura del Collegio era ancora abbastanza precaria, poiché la casa mancava di mobili e altre installazioni basilari. Proprio a causa di questa condizione di precarietà, il progetto di organizzare una vera e propria biblioteca fu rimandato a tempi migliori.
Ma, a poco a poco, poiché nel frattempo i corsi dei seminaristi diventavano sempre più rigorosi ed esigenti, il Collegio cominciò ad investire nell'acquisto di alcuni libri più specializzati, per permettere l'approfondimento dei temi studiati nelle lezioni universitarie. Questi libri si conservavano in una sala sala comune, ad accesso libero, affinché potessero essere consultati dagli alunni, secondo le loro necessità e i loro interessi specifici, nel tempo che avevano disponibile. 





All'inizio degli anni '60, grazie alla sovvenzione di benefattori svizzeri, nella zona adiacente all'Ala Centrale, si costruì la Cappella di Nossa Senhora Aparecida, come, d'altra parte, già era stato previsto nel progetto proprio del Collegio. Questo diede la possibilità di destinare alla Biblioteca in formazione lo spazio precedentemente usato per le celebrazioni eucaristiche.   Da questo momento in poi, disponendo di un ampio spazio e davanti alla crescente richiesta che scaturiva dalla più profonda e diversificata specializzazione degli alunni, tutti ora sacerdoti, che frequentavano corsi di Licenza e Dottorato nelle varie Università ecclesiastiche, la Biblioteca cominciò a crescere ad un ritmo più accelerato.





Nel corso degli anni '70 si diede un impulso definitivo al miglioramento della biblioteca. Si scelse il sistema di classificazione: CDD (Dewey Decimal Classification), adattato ad una collezione di libri di proporzioni non enormi, come era appunto quella del PCPB. Si scese nel dettaglio soltanto per i campi del sapere che interessavano chi ne faceva uso. In pratica le materie del campo umanistico, principalmente bibbia, teologia, patristica, spiritualità, pastorale, storia della Chiesa, filosofia, sociologia, psicologia e letteratura portoghese-brasiliana. Per la prima volta si nominò un sacerdote gesuita con l'incarico specifico di «bibliotecario» e si costituì una équipe di alunni per la schedatura e la sistemazione delle opere. Nel 1974 fu assunto un funzionario laico per dare continuità al servizio, e, per la prima volta, si inviò una richiesta di sovvenzione ad Adveniat per l'acquisto di opere specialistiche attinenti ai diversi campi di interesse degli alunni. Una richiesta che si rinnova e viene regolarmente accolta ancora ai giorni nostri.




Nel 2005 si è dato inizio alla informatizzazione dell'intera collezione conservata in Biblioteca, e oggi, nel 2008, con la pubblicazione in internet dell'intero catalogo, reso disponibile alla libera consultazione on-line, si può dire concluso il lavoro. Oggi la Biblioteca del Collegio raccoglie circa 50.000 volumi e riceve in abbonamento 100 titoli di riviste specialistiche, tenendo conto delle aree di studio più sollecitate nei differenti Atenei e Università Pontificie.